Intel in difficoltà: analisi della crisi tra previsioni finanziarie deludenti, tagli al personale e la sfida dei PC con intelligenza artificiale
A cura di Matteo Fioravanti, Analista Finanziario
Le azioni di Intel sono sprofondate nelle contrattazioni after-hours in seguito all’annuncio di previsioni di fatturato per il secondo trimestre comprese tra 11,2 e 12,4 miliardi di dollari, un dato che ha deluso le aspettative degli analisti nonostante l’azienda abbia superato le stime relative al primo trimestre. Questa flessione si inserisce in un contesto di crescenti difficoltà per il colosso dei semiconduttori, che sta affrontando simultaneamente tensioni commerciali internazionali e l’implementazione di drastici piani di riduzione del personale. Un’analisi approfondita delle cause e delle implicazioni di questa crisi rivela le complesse sfide strutturali che il gigante tecnologico si trova ad affrontare.
La pressione sui margini nel mercato dei PC con intelligenza artificiale
La strategia aggressiva di Intel nel segmento dei PC con intelligenza artificiale ha generato significative pressioni sui margini di profitto. Il rapporto sugli utili del secondo trimestre 2024 ha evidenziato un margine lordo non-GAAP del 38,7%, un dato inferiore alle proiezioni interne dell’azienda. Questa compressione dei margini è stata esplicitamente attribuita alla “rapida accelerazione della produzione di prodotti PC AI”, rivelando i sostanziali costi associati al riorientamento strategico dell’azienda verso il computing potenziato dall’intelligenza artificiale.
Nonostante queste difficoltà, il mercato dei PC con AI integrata mostra segnali di crescita promettenti. Nel secondo trimestre 2024, le spedizioni globali di PC abilitati all’AI hanno raggiunto 8,8 milioni di unità, rappresentando il 14% delle spedizioni totali di PC nel periodo. Gli analisti del settore prevedono che questa categoria di prodotti, la cui diffusione in volumi significativi è iniziata proprio nel 2024, arriverà a costituire circa il 19% delle vendite globali di PC entro la fine dell’anno, con proiezioni di ulteriore crescita fino a rappresentare la maggioranza delle spedizioni nei prossimi anni.
Intel, tuttavia, sta affrontando una competizione particolarmente intensa in questo segmento emergente. I PC Copilot+ equipaggiati con processori Snapdragon X hanno ottenuto un vantaggio competitivo iniziale, essendo stati lanciati sul mercato a maggio 2024. Questa pressione concorrenziale contribuisce ulteriormente alle difficoltà dell’azienda nel bilanciare investimenti strategici e redditività a breve termine.
La sospensione dei dividendi e l’impatto sugli investitori
In un annuncio che ha scosso profondamente la fiducia degli investitori, Intel ha comunicato nell’agosto 2024 la sospensione del dividendo a partire dal quarto trimestre dell’anno, interrompendo una distribuzione consolidata che garantiva un rendimento annuo dell’1,72% con erogazioni trimestrali di 0,50 dollari per azione. L’allora amministratore delegato Pat Gelsinger aveva definito questa misura una “decisione difficile” ma necessaria per privilegiare la liquidità destinata a investimenti strategici, ribadendo contemporaneamente “l’impegno a lungo termine di Intel verso un dividendo competitivo” una volta migliorati i flussi di cassa.
L’annuncio della sospensione dei dividendi è coinciso con risultati trimestrali deludenti e con la presentazione di un piano di riduzione dei costi da 10 miliardi di dollari, che prevedeva il licenziamento di circa il 15% della forza lavoro entro il 2025.
La reazione del mercato è stata particolarmente severa, con le azioni Intel che hanno registrato il peggior calo giornaliero dal 1974, perdendo il 26% del valore e cancellando oltre 30 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. La combinazione di sospensione dei dividendi, risultati deludenti e annunci di licenziamenti ha anche innescato un’azione legale da parte degli azionisti, che accusano Intel di aver occultato fraudolentemente le reali difficoltà aziendali.
Gli analisti hanno rapidamente rivisto al ribasso le valutazioni del titolo, con società come Raymond James e Bank of America Securities che hanno ridotto i target di prezzo. La performance complessiva del titolo negli ultimi cinque anni risulta particolarmente negativa, con un calo di oltre il 55%, lasciando gli investitori delusi sia sul fronte dell’apprezzamento del capitale che su quello dei rendimenti da dividendo.
La ristrutturazione aziendale e il piano di licenziamenti
Il nuovo amministratore delegato di Intel, Lip-Bu Tan, sta implementando una drastica riorganizzazione aziendale che include significativi tagli al personale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’intenzione è di ridurre oltre il 20% della forza lavoro complessiva—circa 21.000 dipendenti. Questo intervento segue un precedente ciclo di 15.000 licenziamenti annunciato nell’agosto 2024, che rappresentava circa il 15% dell’organico di Intel in quel momento. L’azienda, che impiegava circa 108.900 persone alla fine del 2024 (già in calo rispetto alle 124.800 dell’anno precedente), si prepara quindi a ulteriori contrazioni significative del personale.
I licenziamenti costituiscono un elemento centrale della strategia di Tan per “snellire la gestione e ricostruire una cultura guidata dall’ingegneria”, eliminando quella che lui stesso ha descritto come una burocrazia “soffocante per l’innovazione e l’agilità di cui abbiamo bisogno per vincere”. Il piano di ristrutturazione comprende ulteriori misure di contenimento dei costi, tra cui:
- L’implementazione di una politica più rigida di presenza in ufficio, che richiede ai dipendenti di essere fisicamente presenti nella sede aziendale quattro giorni a settimana a partire dal 1° settembre
- La riduzione delle spese in conto capitale da 20 miliardi a 18 miliardi di dollari per il 2025
- L’obiettivo di tagliare 1,5 miliardi di dollari nelle spese operative nei prossimi due anni
Queste misure riflettono l’urgente necessità per Intel di affrontare il declino dei ricavi e di rispondere alla crescente pressione competitiva esercitata da rivali come Nvidia e AMD, che hanno guadagnato significative quote di mercato nei segmenti più dinamici e redditizi del settore dei semiconduttori.
Analisi delle prospettive e delle sfide strutturali
La crisi attuale di Intel evidenzia le profonde sfide strutturali che l’azienda si trova ad affrontare in un contesto di rapida evoluzione tecnologica e intensificazione della concorrenza. Il tentativo di riposizionarsi nel crescente mercato dei PC con intelligenza artificiale rappresenta una mossa strategica potenzialmente valida, ma i costi associati a questa transizione stanno generando significative pressioni finanziarie nel breve termine.
La drastica riduzione del personale solleva interrogativi sulla capacità dell’azienda di mantenere la propria capacità innovativa in un settore dove la ricerca e sviluppo rappresenta un elemento competitivo fondamentale. Il rischio è che i tagli, sebbene necessari per il risanamento finanziario immediato, possano compromettere la competitività a lungo termine dell’azienda.
La sospensione dei dividendi, d’altra parte, potrebbe consentire a Intel di conservare liquidità preziosa per finanziare gli investimenti strategici necessari per recuperare terreno rispetto ai concorrenti. Tuttavia, questa decisione ha deteriorato significativamente la percezione degli investitori, creando ulteriori pressioni sul valore azionario.
Le previsioni finanziarie al di sotto delle aspettative degli analisti per il secondo trimestre confermano la persistenza delle difficoltà aziendali, nonostante il superamento delle stime nel primo trimestre. Questo suggerisce che il percorso di ripresa potrebbe rivelarsi più lungo e complesso di quanto inizialmente previsto, richiedendo probabilmente ulteriori interventi strutturali oltre a quelli già annunciati.
La crisi attuale di Intel rappresenta un esempio paradigmatico delle sfide che le aziende tecnologiche storiche affrontano in un’epoca di rapida evoluzione tecnologica. La capacità dell’azienda di navigare con successo questa fase critica dipenderà non solo dall’efficacia delle misure di contenimento dei costi a breve termine, ma anche e soprattutto dalla sua abilità nel riconfigurare il proprio posizionamento strategico e nel ricostruire una cultura aziendale orientata all’innovazione in un mercato sempre più competitivo e dinamico.