Esplosione al porto iraniano di Shahid Rajaee: analisi e conseguenze dell’incidente

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Un grave incidente industriale si è verificato presso il porto Shahid Rajaee in Iran, principale snodo commerciale del paese. L’esplosione, che ha causato numerose vittime e ingenti danni materiali, solleva importanti interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture strategiche iraniane e sulla gestione delle sostanze pericolose.

L’incidente: dinamica e impatto immediato

L’esplosione è avvenuta il 26 aprile 2025 intorno alle 12:10 ora locale presso il piazzale container Sina all’interno del porto Shahid Rajaee, nelle vicinanze di Bandar Abbas. La deflagrazione ha provocato la morte di almeno 14 persone e il ferimento di circa 750 individui, con dati che potrebbero essere soggetti ad aggiornamenti nelle prossime ore.

Il porto Shahid Rajaee rappresenta l’infrastruttura commerciale più importante del paese, gestendo circa il 70% delle merci iraniane – equivalenti a circa 80 milioni di tonnellate annue. La potenza dell’esplosione è stata tale da infrangere vetri fino a 16 miglia di distanza e causare danni strutturali a edifici situati a diversi chilometri dall’epicentro. Secondo testimonianze locali, il boato sarebbe stato udito fino all’isola di Qeshm, situata a 26 chilometri a sud, e l’onda d’urto sarebbe stata avvertita fino a 50 chilometri di distanza.

Causa dell’esplosione: inadeguata gestione di materiali pericolosi

Secondo le prime dichiarazioni ufficiali, la causa dell’esplosione sarebbe da attribuire allo stoccaggio improprio di sostanze chimiche pericolose. Hossein Zafari, portavoce della gestione delle crisi, ha dichiarato esplicitamente che “la causa dell’esplosione sono state le sostanze chimiche all’interno dei contenitori”, aggiungendo che erano già stati emessi avvertimenti sulla sicurezza riguardo ai potenziali pericoli nel porto, ma che questi sarebbero stati ignorati.

La società di sicurezza Ambrey ha collegato il disastro a una spedizione di perclorato di sodio – una sostanza chimica utilizzata nei propellenti per missili – importata dalla Cina lo scorso marzo e presumibilmente destinata ai sistemi missilistici iraniani. Il materiale sarebbe stato gestito in modo improprio, portando alla catastrofe.

Testimoni oculari hanno documentato la presenza di fumo rossastro che si alzava prima della detonazione, caratteristica tipica della combustione di determinati composti chimici. Alcune registrazioni audio hanno catturato avvertimenti frenetici mentre la situazione degenerava: “Indietro! Sta per esplodere!”

Operazioni di emergenza e risposta delle autorità

L’esplosione ha attivato una massiccia operazione di risposta all’emergenza. Le autorità hanno immediatamente dispiegato:

  • 20 squadre di pronto intervento
  • 5 elicotteri
  • 60 autobotti
  • Circa 700 soccorritori
  • Un aereo antincendio

Le operazioni di spegnimento sono state complicate dai forti venti, mentre i funzionari si adoperavano per impedire che le fiamme si propagassero ad altre aree del porto.

La mobilitazione sanitaria è stata estesa a diverse province:

  • Gli ospedali delle province di Hormozgan, Fars e Kerman sono stati posti in stato di massima allerta
  • I centri medici di Teheran hanno comunicato la loro disponibilità ad accettare pazienti in caso di necessità
  • Il Centro Operativo d’Emergenza ha monitorato in tempo reale gli sforzi di soccorso
  • È stato dichiarato lo stato di emergenza negli ospedali di Bandar Abbas
  • La Mezzaluna Rossa iraniana ha lanciato un appello urgente per donazioni di sangue

Il Ministro dell’Interno Eskandar Momeni e il capo della Mezzaluna Rossa Pirhossein Kolivand si sono recati personalmente a Bandar Abbas per supervisionare le operazioni. Il Primo Vicepresidente Mohammad-Reza Aref ha ordinato alle autorità di condurre un’indagine approfondita, dando priorità al sostegno delle vittime e all’implementazione di protocolli di sicurezza più rigorosi negli impianti industriali della provincia.

Paralleli con precedenti incidenti e implicazioni per la sicurezza industriale

L’incidente presenta inquietanti somiglianze con l’esplosione del porto di Beirut del 2020, dove il nitrato di ammonio stoccato in modo improprio causò la morte di oltre 200 persone. In entrambi i casi, la negligenza nella gestione di materiali altamente pericolosi in strutture portuali ha portato a conseguenze devastanti.

L’impatto ambientale dell’esplosione è significativo, con la rilevazione nell’atmosfera di sostanze tossiche tra cui ammoniaca, anidride solforosa e biossido di azoto. Questo sottolinea ulteriormente le conseguenze a lungo termine che possono derivare da carenze nei protocolli di sicurezza per lo stoccaggio di sostanze chimiche in infrastrutture critiche.

È importante notare che l’esplosione è coincisa con i negoziati sul programma nucleare tra Iran e Stati Uniti in Oman, sebbene le autorità iraniane non abbiano suggerito alcun collegamento tra i due eventi né ipotizzato che la deflagrazione fosse il risultato di un attacco deliberato. Il porto Shahid Rajaee era stato precedentemente oggetto di un attacco informatico nel 2020, attribuito a Israele, che aveva interrotto le operazioni per tre giorni.

Questo tragico incidente evidenzia l’importanza critica di rigidi protocolli di sicurezza nella gestione di materiali pericolosi, specialmente in infrastrutture vitali come i porti commerciali. Le conseguenze in termini di vite umane, danni materiali e impatto ambientale sottolineano l’urgenza di implementare standard più rigorosi e di garantire che gli avvertimenti sulla sicurezza non vengano ignorati.

Le autorità iraniane dovranno ora affrontare non solo l’emergenza immediata e le sue conseguenze, ma anche intraprendere una seria revisione delle procedure di sicurezza in tutte le infrastrutture strategiche del paese per prevenire futuri incidenti di questa portata.

Lorenzo Trevisan
Lorenzo Trevisan
Giornalista investigativo con quindici anni di esperienza presso testate nazionali. Ex corrispondente estero, ha coperto crisi umanitarie in tre continenti prima di dedicarsi all'analisi dei fenomeni sociali italiani. Crede fermamente che ogni notizia meriti il giusto contesto per essere compresa appieno.

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