Il Dipartimento di Musk scopre frodi milionarie nei sussidi di disoccupazione: 382 milioni in pagamenti a minori e “ultracentenari”

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Un’indagine condotta dal Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), guidato da Elon Musk, ha portato alla luce un sistema di frodi nei sussidi di disoccupazione dal valore di quasi 382 milioni di dollari erogati a partire dal 2020. Secondo quanto riportato da Fox News, la maggior parte dei casi fraudolenti è stata identificata in tre stati a guida democratica: California, New York e Massachusetts.

305 milioni di frodi concentrate in tre stati

I risultati dell’indagine DOGE rivelano uno scenario allarmante: dei 382 milioni di dollari identificati come pagamenti impropri, ben 305 milioni sono stati erogati in California, New York e Massachusetts. Questa concentrazione geografica solleva interrogativi sulla gestione dei programmi di assistenza in questi stati e sull’efficacia dei loro sistemi di controllo.

L’analisi dei dati mostra che le frodi hanno assunto forme particolarmente creative e spregiudicate. Il dipartimento ha identificato:

  • 254 milioni di dollari richiesti a nome di bambini di età compresa tra 1 e 15 anni
  • 59 milioni di dollari pagati a persone registrate come ultracentenarie (oltre 115 anni)
  • 69 milioni di dollari erogati a richiedenti con date di nascita impostate nel futuro

La California emerge come il caso più eclatante, responsabile del 68% dei sussidi di disoccupazione pagati a persone in libertà vigilata presenti nella lista di controllo dei terroristi del CBP o con precedenti penali.

Si tratta di una falla sistemica che va ben oltre i semplici errori amministrativi. La scala e la natura di queste frodi suggeriscono un problema strutturale nei meccanismi di verifica e controllo, particolarmente evidente in stati con sistemi di welfare più estesi.

Richieste assurde: dal futuro e oltre i 115 anni

Particolarmente sorprendente è la scoperta che 24.500 richieste di sussidi, per un totale di 59 milioni di dollari, sono state presentate da persone presumibilmente di età superiore ai 115 anni – un’età che pochissimi esseri umani nella storia documentata hanno mai raggiunto.

Ancora più assurdo, il DOGE ha identificato 9.700 richieste per un valore complessivo di 69 milioni di dollari presentate da individui con date di nascita impostate nel futuro – un paradosso temporale che avrebbe dovuto attivare controlli automatici in qualsiasi sistema informativo adeguatamente progettato.

Elon Musk ha commentato personalmente questi risultati, evidenziando l’assurdità dell’utilizzo dei dollari dei contribuenti per pagare richieste fraudolente a “persone false nate nel futuro”. La Segretaria del Lavoro Lori Chavez-DeRemer ha dichiarato l’impegno del dipartimento nel recuperare questi fondi e nello sradicare le frodi sistematiche.

L’entità e la natura di queste frodi sollevano interrogativi non solo sulla negligenza amministrativa, ma anche sulla possibilità di complicità o corruzione all’interno degli apparati burocratici preposti al controllo.

Il caso dei soggetti in libertà vigilata nelle liste del terrorismo

Un aspetto particolarmente preoccupante emerso dall’indagine riguarda 6.300 individui entrati negli Stati Uniti in libertà condizionata dal 2023 che risultano presenti nella lista di controllo del Centro di Screening per il Terrorismo dell’FBI o hanno precedenti penali significativi.

L’analisi dettagliata del DOGE ha rivelato che tra questi soggetti:

  • 905 hanno ricevuto prestazioni Medicaid, inclusi 4 presenti nella lista di controllo del terrorismo, per un totale di 276.000 dollari
  • 41 hanno ottenuto sussidi di disoccupazione per complessivi 42.000 dollari
  • 22 hanno ricevuto prestiti studenteschi federali per un ammontare di 280.000 dollari
  • 409 hanno ottenuto rimborsi fiscali nel 2024 per un totale di 751.000 dollari

Questa scoperta ha portato alla revoca immediata di queste libertà condizionate e ha sollevato serie preoccupazioni riguardo all’efficacia del processo di verifica per i beneficiari della libertà vigilata.

È importante notare che la lista di controllo del terrorismo dell’FBI, che contiene oltre 420.000 nomi, è stata oggetto di critiche da parte di gruppi per le libertà civili per la sua mancanza di trasparenza e il potenziale di abuso. Tuttavia, il fatto che individui presenti in queste liste abbiano potuto accedere a benefici pubblici evidenzia una preoccupante disconnessione tra le diverse agenzie governative responsabili della sicurezza nazionale e dell’erogazione dei servizi sociali.

Implicazioni politiche e prossimi passi

I risultati dell’indagine DOGE giungono in un momento politicamente sensibile, con l’amministrazione Trump che ha fatto dell’efficienza governativa e del contrasto agli sprechi uno dei suoi cavalli di battaglia. La concentrazione delle frodi in stati a guida democratica alimenta inevitabilmente le tensioni politiche e rafforza la narrativa repubblicana sulla presunta cattiva gestione dei fondi pubblici da parte dei democratici.

Il DOGE, creato dal presidente Trump e affidato a Elon Musk proprio con l’obiettivo di identificare ed eliminare gli sprechi governativi, sembra aver ottenuto un risultato significativo con questa indagine. Resta da vedere quali saranno le conseguenze concrete per i sistemi di welfare nei stati coinvolti e se verranno implementate riforme strutturali per prevenire abusi simili in futuro.

È legittimo chiedersi se la concentrazione delle frodi in stati democratici sia il risultato di sistemi di welfare più estesi e quindi più vulnerabili, o se sia indicativa di problemi più profondi nella governance di questi stati. Ciò che appare certo è che questi risultati alimenteranno il dibattito politico sulla gestione dei programmi di assistenza sociale e sulla necessità di un maggiore controllo nell’erogazione di fondi pubblici.

L’indagine evidenzia anche le potenzialità del DOGE come strumento di supervisione e controllo della spesa pubblica, un esperimento di governance che potrebbe definire un nuovo standard per la trasparenza e l’efficienza nell’amministrazione federale.

Lorenzo Trevisan
Lorenzo Trevisan
Giornalista investigativo con quindici anni di esperienza presso testate nazionali. Ex corrispondente estero, ha coperto crisi umanitarie in tre continenti prima di dedicarsi all'analisi dei fenomeni sociali italiani. Crede fermamente che ogni notizia meriti il giusto contesto per essere compresa appieno.

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