La Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni incontra oggi il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, diventando il primo leader europeo a tenere colloqui faccia a faccia con il presidente americano dopo l’annuncio e la successiva sospensione dei dazi del 20% sulle esportazioni europee. L’incontro rappresenta un momento cruciale nelle relazioni transatlantiche, con Meloni che punta a sfruttare il suo rapporto personale con Trump per allentare le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea.
Meloni: ponte diplomatico tra Bruxelles e Washington
Sebbene Meloni si presenti formalmente all’incontro come leader dell’Italia, il suo ruolo va ben oltre la semplice rappresentanza nazionale. La premier è stata di fatto “investita” del compito di rappresentare gli interessi dell’intera Unione Europea, con la sua attività diplomatica “strettamente coordinata” con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Questa circostanza pone Meloni in una posizione tanto strategica quanto delicata. La premier italiana si trova a dover gestire un complesso esercizio di equilibrio diplomatico: da un lato, sfruttare il suo allineamento ideologico con Trump, che potrebbe facilitare il dialogo; dall’altro, difendere con fermezza gli interessi economici europei in un momento di forte tensione commerciale.
“Sappiamo di trovarci in un momento difficile,” ha ammesso Meloni prima della partenza da Roma. “Sicuramente sono ben consapevole di ciò che rappresento e di ciò che sto difendendo.”
La posta in gioco è particolarmente alta. L’Unione Europea sta lottando per proteggere quella che definisce “la relazione commerciale più importante al mondo”, con scambi annuali che raggiungono la cifra astronomica di 1,6 trilioni di euro (1,8 trilioni di dollari).
La posizione unica di Meloni come leader conservatrice europea con forti legami con Trump potrebbe renderla, secondo Franco Pavoncello, professore di scienze politiche alla John Cabot University di Roma, “la persona da chiamare in Europa in caso di bisogno”. Tuttavia, i funzionari europei mantengono una certa cautela, interrogandosi se Meloni agirà effettivamente come una “sussurratrice di Trump”, esercitando un’influenza positiva per gli interessi comuni europei, o se potrebbe invece finire per minare l’unità dell’UE attraverso accordi bilaterali vantaggiosi principalmente per l’Italia.
La proposta europea: accordo “zero per zero” sulle tariffe
Al centro dei colloqui ci sarà quasi certamente la proposta avanzata dalla Commissione Europea agli Stati Uniti di un accordo tariffario “zero per zero”. Questa offerta, formulata nel tentativo di evitare una guerra commerciale aperta, prevede l’eliminazione reciproca di tutti i dazi sui beni industriali, inclusi automobili, prodotti farmaceutici, gomma, plastica e macchinari.
“L’Europa è sempre pronta per un buon accordo,” ha dichiarato Ursula von der Leyen presentando la proposta. Una posizione ribadita dal Commissario al Commercio Maroš Šefčovič durante i recenti incontri con le controparti statunitensi a Washington, con la precisazione che “gli standard dell’UE, in particolare per quanto riguarda alimenti, salute e sicurezza, sono sacrosanti.”
Tuttavia, la risposta iniziale di Trump alla proposta è stata piuttosto fredda. Il presidente americano l’ha giudicata insufficiente a risolvere quelle che considera asimmetrie fondamentali negli scambi commerciali transatlantici. In alternativa, ha avanzato una controproposta: l’Unione Europea dovrebbe impegnarsi ad acquistare 350 miliardi di dollari di energia americana, principalmente gas naturale liquefatto (GNL), per ottenere una significativa riduzione dei dazi.
Dopo la decisione di Trump di sospendere per 90 giorni l’applicazione dei dazi, creando una finestra temporale per i negoziati, l’UE ha mantenuto ferma la propria posizione. “La palla è nel vostro campo,” ha dichiarato il portavoce della Commissione Olof Gill, rimandando la responsabilità del prossimo passo agli Stati Uniti.
Lo spettro della guerra commerciale
L’incontro di oggi si svolge sullo sfondo di crescenti tensioni commerciali, iniziate il 2 aprile 2025 quando Trump ha imposto ampie “tariffe reciproche” ai partner commerciali globali, inclusa una tariffa del 20% su tutti i beni provenienti dall’Unione Europea, definendo questo intervento “Giorno della Liberazione”.
Secondo le stime della Commissione Europea, queste tariffe avrebbero colpito circa il 70% delle esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti, per un volume complessivo di 380 miliardi di euro. L’imposizione è arrivata dopo che Trump aveva già introdotto, nei mesi precedenti, dazi del 25% su acciaio, alluminio e automobili.
A seguito di intensi sforzi diplomatici, il 10 aprile Trump ha deciso di sospendere per 90 giorni l’implementazione delle tariffe specifiche del 20% contro l’UE, tornando a una tariffa di base del 10% durante il periodo di negoziazione. In risposta, anche l’UE ha sospeso le misure di ritorsione già pianificate e approvate il 9 aprile, che avrebbero colpito beni statunitensi per circa 18 miliardi di euro.
Un test per la leadership europea di Meloni
L’incontro di oggi rappresenta un test significativo per Giorgia Meloni e per la sua ambizione di giocare un ruolo di primo piano nello scacchiere politico internazionale. La premier italiana, che presiede attualmente il G7, si trova nella posizione di poter influenzare in modo significativo le future relazioni commerciali transatlantiche.
Il successo o il fallimento di questa missione diplomatica potrebbe avere conseguenze di vasta portata non solo per le relazioni Italia-USA, ma per l’intero assetto degli scambi commerciali tra Europa e Stati Uniti. Un’eventuale escalation delle tensioni commerciali rischierebbe di danneggiare gravemente le economie di entrambe le sponde dell’Atlantico, già messe alla prova da vari fattori di instabilità globale.
D’altra parte, se Meloni riuscirà a facilitare un disgelo nei rapporti tra Trump e l’Unione Europea, potrebbe rafforzare significativamente la sua posizione come figura di riferimento nella politica continentale, dimostrando che il suo approccio pragmatico alla politica estera può portare risultati concreti anche in situazioni di forte tensione internazionale.
La giornata alla Casa Bianca sarà quindi seguita con estrema attenzione non solo a Roma, ma in tutte le cancellerie europee, consapevoli che le prossime settimane potrebbero essere decisive per il futuro delle relazioni economiche tra le due principali potenze occidentali.